Attila
Maggio 2025 | ||||||
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Lu | Ma | Me | Gi | Ve | Sa | Do |
Trama
Atto I
Odabella, in un campo presso Roma, si sfoga, e le appare il fantasma del padre (Oh, nel fuggente nuvolo). Arriva Foresto, che respinge Odabella, accusandola di tradirlo con Attila. Odabella risponde che l'unico motivo per cui segue l'invasore è ucciderlo con la sua stessa spada, e Foresto viene rincuorato dalla donna che ama. Nella sua tenda, Attila ha un incubo, che racconta ad Uldino: presso Roma, la voce di un vecchio gli imponeva di non avvicinarsi (Mentre gonfiarsi l'anima). Uldino lo invita a scacciare queste visioni, ed Attila si prepara ad invadere Roma. Ma da lontano giungono dei suoni religiosi, e compare una processione guidata dal vecchio papa Leone I che gli impone di stare lontano da Roma. Attila è terrorizzato: il suo sogno si è avverato.
Atto II
Ezio, con ira, viene a sapere che l'imperatore Valentiniano ha imposto una tregua con gli Unni, e ricorda i tempi antichi dell'onore romano (Dagli immortali vertici). Giunge Foresto che gli comunica l'intenzione di uccidere Attila, ed Ezio si accorda con lui, sapendo che correrà a morte se l'azione fallirà.
Al banchetto con i Romani, i Druidi avvertono Attila che i presagi sono nefasti, ma lui non li ascolta. A turbare la festa giunge anche un vento che spegne tutti i fuochi, e provoca terrore tra gli astanti. I fuochi si riaccendono, e Foresto dice ad Odabella che Attila sta per bere una coppa avvelenata che ha preparato lui. Ma Odabella vuole solo sua la vendetta ed avverte l'invasore, ma gli chiede di essere lei a occuparsi di Foresto. Attila non solo esaudisce i suoi desideri, ma le offre di diventare regina.
Atto III
Foresto è deluso dal comportamento di Odabella (Che non avrebbe il misero) e viene a sapere da Uldino che i Romani sono nel campo unno, pronti ad uccidere Attila. Arriva anche Ezio, e dopo di lui, Odabella, che fugge dal talamo nuziale. Giunge Attila, in cerca della sposa; ma i tre lo fermano, intenzionati ad eliminarlo. Il re ricorda a ciascuno i favori concessi: ad Ezio la salvezza di Roma, a Foresto la grazia, ad Odabella il trono. Ma i tre vendicatori non recedono e Odabella lo pugnala a morte, mentre i Romani dilagano per il campo sterminando gli Unni.
Programma e cast
Orchestra e Coro del Teatro La Fenice
direttore Sebastiano Rolli
maestro del coro Alfonso Caiani
regia Leo Muscato
Attila Michele Pertusi
Odabella Anastasia Bartoli
Foresto Andeka Gorrotxategi
Teatro La Fenice
Fondato nel 1792, il Teatro La Fenice è stato nell’Ottocento sede di numerose prime assolute di opere di Rossini (Tancredi, Sigismondo,Semiramide), Bellini (I Capuleti e i Montecchi,Beatrice di Tenda), Donizetti (Belisario, Pia de’ Tolomei, Maria de Rudenz), Verdi (Ernani, Attila,Rigoletto, La traviata, Simon Boccanegra).
Anche nell’ultimo secolo grande è stata l’attenzione alla produzione contemporanea, con prime mondiali quali The Rake’s Progress di Stravinskij, The Turn of the Screw di Britten, L’angelo di fuoco di Prokofiev, Intolleranza di Nono, Hyperion di Maderna e recentemente Entführung im Konzertsaaldi Kagel, Medea di Guarnieri, Signor Goldoni di Mosca, Il killer di parole di Ambrosini.
Con una capienza di mille posti, un’ottima acustica (ulteriormente migliorata dopo la recente ricostruzione seguita al devastante incendio del 1996), un’orchestra e un coro stabili di 98 e 66 elementi, un ampio pubblico internazionale che si aggiunge all’assiduo pubblico locale, la Fenice si pone tuttora come centro produttivo di primaria importanza, con più di cento recite d’opera all’anno, un’importante stagione sinfonica affidata a direttori di calibro internazionale (ricordiamo le frequenti collaborazioni con Myung-Whun Chung, Riccardo Chailly, Jeffrey Tate, Vladimir Temirkanov, Dmitrij Kitajenko, i cicli integrali delle sinfonie di Beethoven, Schumann, Brahms, Mahler e l’attenzione al repertorio contemporaneo, in particolare veneziano, con Nono e Maderna), spettacoli di balletto e concerti di musica da camera.
La sala, di proprietà del Comune di Venezia, è gestita dalla Fondazione Teatro La Fenice, un ente di diritto privato che conta tra i suoi soci lo Stato italiano, la Regione del Veneto, il Comune di Venezia e numerosi soggetti pubblici e privati, che utilizza per le sue attività anche il Teatro Malibran, ex Teatro di San Giovanni Grisostomo, attivo dal 1678.
Sovrintendente della Fondazione è attualmente Cristiano Chiarot, direttore artistico Fortunato Ortombina, direttore musicale principale Diego Matheuz, maestro del coro Claudio Marino Moretti.
Trasporti
vaporetto
dal Tronchetto - linea 2
direzione Rialto, San Marco e Lido
da Piazzale Roma e dalla Stazione dei treni ‘Santa Lucia’- linea 1 o linea 2
direzione Rialto, San Marco e Lido
se sei sulla linea 1, scendi a Rialto; Sant’Angelo, San Samuele o San Marco (Vallaresso) s
e sei sulla linea 2, scendi a Rialto o San Marco (Vallaresso)
dall’Aeroporto ‘Marco Polo’ di Venezia - servizio pubblico Alilaguna
se sei sulla ‘linea arancio’, scendi a Rialto
se sei sulla ‘linea blu’, scendi a San Marco (Vallaresso)
Parcheggi
Ricordiamo che a Venezia si può arrivare con l’auto ma che in città non viene consentito il transito di auto, biciclette e motorini.
Entrate
ci sono due differenti tipologie di entrate:
- l’entrata degli artisti con servizio di portineria, riservata al personale dipendente e agli artisti stessi;
- l’entrata principale dalla quale hanno accesso il pubblico pagante
Ascensori
Palchi, Galleria e Loggione si possono raggiungere con gli ascensori
Accesso per i disabili
Il Teatro è accessibile secondo normativa.