Bach, Cantate II, Actus Tragicus

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Giugno 2026
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Bach: Cantate II – Actus Tragicus | Concerto

 

I Bachfest di Lipsia hanno invitato il loro pubblico a scegliere le opere per due programmi di cantate di Bach, pieni di capolavori: John Eliot Gardiner ha seguito le aspettative del pubblico componendo due programmi basati su queste raccomandazioni.

 

Questo secondo programma si apre con una meditazione grave sulla morte, il dolore e la fede, che si eleva progressivamente verso la speranza, la gioia e la promessa del risveglio spirituale. Un percorso sonoro e teologico, dove la musica sacra tedesca del XVII e XVIII secolo rivela tutta la sua potenza espressiva, tra tradizione luterana e genio barocco.
Il mottetto Christ lag in Todesbanden è una delle primissime cantate di Johann Sebastian Bach, scritta intorno al corale pasquale di Martin Lutero. Combina rigore contrappuntistico con una fervida drammaticità, evocando la vittoria della vita sulla morte in una serie di variazioni corali di grande intensità.

 

Con Was betrübst du di Johann Hermann Schein, l’atmosfera diventa più intima. Questo mottetto mette in musica un salmo di lamentazione, esprimendo l’angoscia del credente di fronte all’apparente abbandono di Dio. La scrittura raffinata di Schein, influenzata dal madrigale italiano, conferisce a questo testo un’espressività toccante.
La cantata Ich hatte viel Bekümmernis è un vasto affresco spirituale, quasi drammatico, in due parti. Bach tratta il tema dell’afflizione con intensità commovente, prima di far emergere progressivamente speranza e fiducia, culminando in un coro finale di esultanza. È un’opera di passaggio, dalla notte alla luce, in cui la fede agisce come trasformazione interiore.

 

Dopo questo cammino attraverso il lutto e la sofferenza, il mottetto Selig sind die Toten di Heinrich Schütz offre una forma di pace. Adattato dal Libro dell’Apocalisse, questo mottetto luminoso afferma la beatitudine dei morti che “muoiono nel Signore.” L’eleganza sobria di Schütz conferisce a questo testo una grandezza pacifica e consolatrice.
La cantata funebre Gottes Zeit ist die allerbeste Zeit, detta anche Actus tragicus, è uno dei vertici della musica sacra di Bach. Composta per una cerimonia funebre, trascende la tristezza del lutto in un’accettazione serena della morte.

 

Con Ich freue mich di Schein soffia di nuovo un vento di gioia. Questo mottetto energico e radioso esprime la gioia del credente nella fede, in uno stile che unisce chiarezza luterana e vivacità madrigalistica.
Il programma si conclude con una delle cantate più famose di Bach: Wachet auf, ruft uns die Stimme. Quest’opera, basata sul corale luterano di Philipp Nicolai, è una celebrazione dell’unione mistica tra anima e Cristo. Equilibrata, ispirata e piena di luce, riassume musicalmente la gioiosa attesa della salvezza.
Sotto la direzione ispirata di John Eliot Gardiner, il Constellation Choir and Orchestra dà vita a questi capolavori con un’interpretazione fedele, vibrante e profondamente sentita. Un viaggio spirituale ed estetico, dal turbamento alla consolazione, dall’ombra alla luce.


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Programma e cast

Marie Luise Werneburg Soprano
Peter Davoren Tenore
Alex Ashworth Basso
Il Coro e l’Orchestra Constellation
John Eliot Gardiner Direttore

 

Programma
Prima parte 1h05

 

Johann Sebastian Bach (1685–1750)
Christ lag in Todesbanden, BWV 4

 

Johann Hermann Schein (1586–1630)
Was betrübst du

 

Johann Sebastian Bach
Ich hatte viel Bekümmernis, BWV 21

 

Intervallo

 

Seconda parte 50 minuti

 

Heinrich Schütz (1585–1672)
Selig sind die Toten

 

Johann Sebastian Bach
Gottes Zeit ist die allerbeste Zeit, BWV 106

 

Johann Hermann Schein
Ich freue mich

 

Johann Sebastian Bach
Wachet auf, ruft uns die Stimme, BWV 140

Cappella Reale di Versailles

La Cappella Reale fu completata nel 1710 alla fine del regno di Luigi XIV. Jules Hardouin-Mansart propose il progetto al re nel 1669. Il Primo Architetto morì nel 1708 senza vedere la fine dei lavori che furono ripresi dal cognato Robert De Cotte. Il monarca regnante veniva solo per le grandi feste religiose dove riceveva la comunione, per le cerimonie dell'Ordine di Santo Spirito, per i battesimi e i matrimoni dei figli reali celebrati dal 1710 al 1789. Questa eccezionale cappella palatina fu utilizzata anche per una vasta gamma di cerimonie religiose, tra cui il matrimonio dell'arciduchessa Maria Antonietta con il futuro Luigi XVI.

Sopra l'altare, intorno all'organo di Clicquot decorato con un fine rilievo del re David, suonato da grandi maestri come François Couperin, la musica della Cappella, famosa in tutta Europa, cantava mottetti ogni giorno durante tutti i servizi religiosi. Oggi risuonano in questa maestosa architettura il Dixit Dominus o il Messiah di Handel, gli Oratori, il Magnificat, le Cantate o le Passioni di Bach, lo Stabat Mater di Pergolesi o il Te Deum di Charpentier.

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