Common Ground
Lu | Ma | Me | Gi | Ve | Sa | Do |
Balletto
Coreografia: Alexander Ekman, Hans van Manen, Johan Inger
Musica: Ludwig van Beethoven, Joseph Haydn, Franz Schubert (Arr. Andy Stein), Ibrahim Maalouf, Amos Ben‑Tal, Spenser Theberge
Serata in tre parti (“Cacti” 2016, “Grosse Fuge” 1971, “IMPASSE” 2020)
Durata ca. 2 ore 10 min
Introduzioni un’ora prima di ogni spettacolo (escluso le prime) nel primo ordine, nell’anticamera della Königsloge.
Capienza limitata, durata circa 20 minuti.
Descrizione
Comprendere requisiti comuni fa parte della natura del lavoro artistico. Da lì si può avanzare e creare nuovo. I tre coreografi che compongono la serata Common Ground sono legati al Nederlands Dans Theater (NDT) dell’Aia. Oltre a una convinzione artistica condivisa, con spazio per l’umorismo, le loro coreografie sono intessute di connessioni sottili – e tutte hanno debuttato in prima mondiale al NDT. I primi due brani sono ispirati a musica da quartetto d’archi. E sia il primo sia il terzo pezzo si basano ciascuno a modo proprio sul concetto di seduzione.
In Cacti (Ekman, 2010) i meccanismi del settore culturale vengono messi alla prova. Con humor e voce recitante si pone la domanda se nel critico mondo dell’arte non si finisca per non vedere più la foresta per gli alberi. In questo pezzo Ekman mette i membri del quartetto d’archi sullo stesso piano dei danzatori.
In Grosse Fuge (Van Manen, 1971), tipico del periodo in cui anche nelle arti si scrutinava la relazione uomo-donna nel contesto della modernizzazione sociale, si assiste a un virtuosismo di avvicinamento reciproco sulla musica di Beethoven.
Per IMPASSE (2020), Johan Inger riflette su come ritrovarci in situazioni spaziali di disperazione, anche in senso figurato come società. Quanto restiamo fedeli a noi stessi, quanto ci lasciamo sedurre da piani di vita? Inger esplora il tutto con immagini poetiche, a volte bizzarre.
TEMA
Un oggetto apparentemente innocuo come un cactus può acquisire grande importanza se descritto in maniera prolissa. Ekman lo mostra in scena con 16 cacti – in latino – e con altri mezzi bizzarri mette sotto microscopio le convenzioni del mondo artistico e soprattutto il parlare e scrivere di prodotti artistici. È pieno di risate, non solo per le situazioni teatrali in movimento, ma anche per la fusione di testo, musica e movimento.
Con la Grosse Fuge (originariamente finale del Quartetto op.130, poi pubblicata separatamente), Beethoven creò un’opera sfuggita a ogni categorizzazione. Lasciò i contemporanei senza parole – oggi si ammira la sua originalità. Van Manen unì la musica di Beethoven nella versione per orchestra d’archi di Felix von Weingartner con la precedente cavatina dell’op.130. In questo spazio musicale coreografò una sequenza per quattro donne e quattro uomini, inizialmente distante, poi sempre più vicina. I costumi, ancora oggi, mettono in discussione immagini di genere: gli uomini senza maglia indossano gonne con cinture ben visibili. Più tardi, quando le coppie si avvicinano, mostrano le gambe.
Impasse, in francese “vicolo cieco”. Su un palco corrispondente, Johan Inger esplora come reagiamo all’emergere di nuove verità e come ci relazioniamo con chi ha vissuto diversamente. Su musiche energetiche e sfaccettate di Maalouf e Ben‑Tal, Inger intreccia episodi che, nonostante la disperazione, sono caratterizzati da arguzia e soprattutto speranza.
Programma e cast
Direttore d’orchestra: Mikhail Agrest
Cacti
Coreografo: Alexander Ekman
Musica: Franz Schubert, Joseph Haydn, Ludwig van Beethoven
Luci: Tom Visser
Grosse Fuge
Coreografo: Hans van Manen
Musica: Ludwig van Beethoven
Scenografia: Jean Paul Vroom
IMPASSE
Coreografo: Johan Inger
Musica: Ibrahim Maalouf, Amos Ben-Tal
Costumi: Bregje van Balen
Luci: Tom Visser
Video: Annie Tådne
Nationaltheater
Il Nationaltheater (Teatro Nazionale) è un teatro di Monaco di Baviera, sito nella Max-Joseph-Platz.
Il teatro venne commissionato da Massimiliano I e il progetto venne affidato all'architetto Karl von Fischer, che lo ultimò nel 1818. L'edificio venne distrutto da un incendio nel 1823 e venne riedificato nel 1825, su progetto di Leo von Klenze. In quella particolare situazione, per riedificare il teatro fu autorizzata una eccezionale tassa su tutta la birra prodotta a Monaco di Baviera. L'edificio venne costruito in stile neoclassico, ispirandosi all'architettura dei templi greci. Anche l'interno del teatro rispetta i canoni della classicità greca. L'auditorium ha una forma circolare ed è decorato in rosso porpora, avorio, oro e azzurro. È circondato da cinque ordini di palchi, con al centro il palco reale.
Il Nationaltheater è molto facile da raggiungere sia in auto che con i mezzi pubblici MVV.
Con i mezzi pubblici MVV
S-Bahn: S 1-8 Marienplatz
U-Bahn: U 3, 6 Marienplatz, U 3-6 Odeonsplatz
Bus: 52, 131 Marienplatz, 100 Odeonsplatz
Straßenbahn: 19 Nationaltheater
Il giorno dello spettacolo, titolari di biglietti regolari hanno il diritto di utilizzare il trasporto pubblico fornito dal Münchner Verkehrsverbund (MVV). Il servizio inizia alle 03:00 rispettivamente tre ore prima dello spettacolo inizia e termina con l'ora del MVV chiusura.
In auto
Prendere la Altstadt-Ring per Maximilianstraße.
Garage Max-Joseph-Platz: aperto Lunedi alla Domenica dalle 06:00 a 02:00
È possibile usufruire dello speciale teatro parcheggio di Euro 10, - da 06:00 a 08:00 presentando i biglietti di ammissione.