Don Giovanni

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Compositore: Wolfgang Amadeus Mozart. Libretto: Lorenzo da Ponte.

Consigliato da 14 anni.

Dramma giocoso in 2 atti (1787)

In lingua italiana. Con soprattitoli in tedesco e inglese. Nuova produzione.

 

“Chi è morto, voi o il vecchio?”, scherza cripticamente il servo Leporello, dopo che Don Giovanni ha assassinato “Il Commendatore”. La storia del “debauché punito” è ormai diventata un mito. Don Giovanni si svolge in un campo di tensione tra cielo e inferno, mentre gli opposti si scontrano in questo dramma giocoso, ambientato tra desideri amorosi e la caduta degli angeli. In questo caleidoscopio di situazioni e personaggi, c’è un’assenza assoluta di chiarezza, evidente solo nel fatto che ciascuno di questi personaggi mente – sia agli altri che a se stesso. I motivi comici senza tempo del cambiamento di ruolo e d'abito assumono qui un'ambiguità opprimente. Il maestro della trasformazione Don Giovanni, questo edonista polierotico, è difficile da afferrare. In infinite metamorfosi, appare tanto all’improvviso quanto scompare subito dopo. Gli altri personaggi sanno – hanno bisogno di lui, come specchio di se stessi. E così, per Leporello, diventa chiaro dopo la morte del suo padrone che Don Giovanni conduce una vita eterna e influenzerà nuovamente la nostra. Questo Don Giovanni completa ora il ciclo di Da Ponte. Il vincitore del “Faust” David Hermann dirige per la prima volta alla Bayerische Staatsoper. Il direttore musicale generale Vladimir Jurowski dirige il pezzo, in cui Mozart ha aperto le porte a un mondo nuovo, dal quale non c'è ritorno.

 

Trama

Atto I

Leporello, mentre attende il suo padrone Don Giovanni, introdottosi mascherato in casa di Donna Anna per sedurla, si lamenta della sua condizione di servitore. All’interno Donna Anna, che all'inizio aveva creduto che fosse il suo fidanzato Don Ottavio a farle visita, si accorge dell'inganno e reagisce alla tentata violenza riuscendo ad allontanare il nobiluomo dalla sua stanza; questi esce nel giardino dove il servo lo attendeva. Sopraggiunge allarmato il Commendatore, padre di Anna, che, dopo aver mandato la figlia a chiamare i soccorsi, sfida a duello Don Giovanni. Questi, prima riluttante, accetta ed in pochi istanti uccide il vecchio. Ritrova Leporello che, spaventato, si era nascosto. Ora che il Commendatore è stato ucciso, al nobile ed al suo complice non resta che fuggire. Donna Anna, quando scopre il cadavere del padre, sviene per il dolore; Don Ottavio, che l'accompagna, la soccorre e le promette di vendicare la morte del suocero a qualsiasi costo.

Nel frattempo, Don Giovanni è per strada con Leporello in cerca di nuove conquiste e, mentre parla con quest'ultimo, scorge da lontano una fanciulla tutta sola e le si avvicina, ma quando scopre che quella dama è Donna Elvira, da lui già sedotta ed abbandonata pochi giorni prima e che ora lo cerca disperata d'amore, si trova in grande imbarazzo. Don Giovanni cerca di giustificarsi e quando Donna Elvira viene distratta da Leporello, si allontana in fretta lasciando il povero servo a tentare di placare la furia funesta di donna Elvira: viste le circostanze, egli non può far altro che rivelarle la vera natura del carattere di Don Giovanni e, in un'aria del catalogo, elenca l'infinita serie delle sue conquiste di donne in tutto il mondo: 640 in Italia, 231 in Germania, 100 in Francia, 91 in Turchia e in Spagna 1003.

Donna Elvira, sebbene sconvolta ed affranta, non si arrende e parte in cerca di Don Giovanni affinché si penta definitivamente delle sue malefatte. Intanto, un gruppo di contadini e contadine festeggiano le nozze di Zerlina e Masetto. Don Giovanni e Leporello, fuggiti da Donna Elvira, vanno a vederle. Intenzionato a sedurre la fresca sposina, Don Giovanni fa allontanare con una scusa il marito in compagnia di Leporello (che stava corteggiando alcune invitate) con tutti gli altri paesani, suscitando l'ira di Masetto che però riesce a contenersi e, rimasto solo con la giovane Zerlina, la invita a seguirlo e le promette di sposarla. Proprio quando Zerlina sta per cedere alle promesse e alle lusinghe di Don Giovanni, sopraggiunge Donna Elvira arrabbiatissima, che la avvisa delle cattive intenzioni del malvagio libertino e la porta via con sé mentre arrivano Donna Anna e Don Ottavio, venuti a chiedere a Don Giovanni aiuto per rintracciare l'ignoto assassino del Commendatore, senza sapere che è stato proprio lui. Donna Elvira arriva di nuovo e dice di non credere a Don Giovanni, ma questi la accusa di essere pazza. Donna Anna e Don Ottavio, partiti Don Giovanni e Donna Elvira, rimangono soli: Donna Anna ha riconosciuto dalla voce di Don Giovanni l'uccisore del padre, e ricorda al fidanzato la sua promessa prima di partire. Rimasto solo, Don Ottavio rimane stupito dalle parole di Donna Anna, ma prima di arrestare Don Giovanni, decide di andare a consolarla.

Don Giovanni, per sedurre Zerlina, ordina a Leporello di organizzare una grande festa in onore del matrimonio. Nel mentre, Zerlina cerca di farsi perdonare da Masetto, ma Don Giovanni compare improvvisamente, invitandoli al ballo insieme agli altri paesani. Prima della festa, Donna Anna, Don Ottavio e Donna Elvira decidono di andare mascherati al ballo che Don Giovanni ha organizzato, con l'obiettivo di arrestarlo. Intanto il donnaiolo ordina a Leporello di invitarli, ignaro delle loro intenzioni. Al ballo il cavaliere danza con Zerlina e la conduce in disparte per farla sua con la forza, mentre Leporello intrattiene ancora Masetto, ma la giovane grida (da fuori scena) e gli invitati accorrono in suo soccorso. Don Giovanni dapprima cerca di accusare l'innocente Leporello della tentata violenza, ma, gettate le maschere, Donna Elvira, Donna Anna e Don Ottavio lo accusano apertamente a loro volta e cercano di arrestarlo insieme a Masetto, Zerlina e agli altri paesani. Dopo aver dichiarato apertamente il proprio coraggio, Don Giovanni riesce a fuggire, seguito dal fidato Leporello.

 

Atto II

La mattina, di fronte alla casa di Donna Elvira, Don Giovanni e Leporello discutono animatamente (Eh via, Buffone). Il servo, dopo le accuse rivoltegli ingiustamente, vorrebbe prendere le distanze dal suo padrone, ma quest'ultimo, offrendogli del denaro, lo convince a tornare al suo servizio con una nuova impresa: scambiarsi gli abiti, cosicché egli possa corteggiare impunemente la cameriera, mentre Leporello distrae Elvira. Quest'ultima, affacciatasi alla finestra (Ah, taci ingiusto core), cade nel tranello e si illude che Don Giovanni (in realtà Leporello travestito) si sia pentito e ravveduto.

Una volta che Donna Elvira e Leporello si sono allontanati, Don Giovanni intona una serenata sotto la finestra della cameriera. Sopraggiunge Masetto in compagnia di contadini e contadine armati, in cerca del nobile allo scopo di ucciderlo. Protetto dal suo travestimento, Don Giovanni riesce a far allontanare tutti gli altri tranne Masetto (Metà di voi qua vadano): rimasto solo con il giovane ed avendolo con l'inganno privato delle armi, Don Giovanni lo picchia e si allontana. Zerlina, di lì passante, soccorre il marito e, dopo aver appreso quel che è accaduto, decide insieme a lui di catturare non solo Don Giovanni ma anche lo sfortunato servo, poiché Masetto è ancora convinto di essere stato picchiato da quest'ultimo (Vedrai carino).

Nel frattempo, Leporello travestito non sa più come comportarsi con Donna Elvira che lo incalza e vorrebbe fuggire senza dar nell'occhio. Trovata un'uscita, decide di tagliare la corda, ma è bloccato dall'arrivo di Donna Anna, Don Ottavio, Zerlina e Masetto, accompagnati da servi, contadini e contadine che, credendolo Don Giovanni, si fanno avanti per catturarlo e ucciderlo, non prima però che il poveretto riveli la sua vera identità (Sola sola in buio loco). Le cose comunque non cambiano: Zerlina lo accusa di aver picchiato Masetto, Donna Elvira di averla ingannata e Don Ottavio e Donna Anna di tradimento. Leporello spiega dunque a Masetto e a Zerlina di non sapere nulla, dato che è da un'ora che gira con Donna Elvira, e spiega a Donna Anna e a Don Ottavio di non averli traditi, fuggendo però subito dopo (Ah, pietà signori miei). Don Ottavio è sempre più deciso ad assicurare Don Giovanni alla giustizia e parte per vendicare gli amici (Il mio tesoro). Mentre Masetto continua a cercare Don Giovanni, Zerlina raggiunge Leporello e tenta di ucciderlo perché non crede alle sue parole, tuttavia Leporello riesce a fuggire nuovamente con un altro inganno (Per queste tue manine). Zerlina, insieme a Donna Elvira, cerca di inseguirlo, ma sopraggiunge Masetto, che rivela l'innocenza di Leporello poiché ha appena visto Don Giovanni travestito da servo. Mentre i due ripartono alla ricerca di Don Giovanni, Donna Elvira, rimasta da sola, dà sfogo a tutta la sua amarezza e rabbia, divisa fra l'amore per Don Giovanni e il desiderio di vendetta nei suoi confronti (In quali eccessi e Mi tradì quell'alma ingrata).

È notte fonda, intorno alle due. Don Giovanni si è rifugiato nel cimitero e attende lì Leporello. Questi arriva e racconta al padrone ciò che gli è capitato, affermando che forse avrebbe fatto meglio ad andarsene, invece di accettare la sua offerta di denaro. Don Giovanni reagisce ridendo di gusto per quel che è accaduto al servo sfortunato, ma all'improvviso si ode una voce minacciosa: «Di rider finirai pria dell'aurora». Stupiti, si guardano intorno per vedere di chi sia quella voce tenebrosa e la repentina e spavalda reazione di Don Giovanni provoca una nuova risposta da parte della voce: «Ribaldo, audace, lascia ai morti la pace». È la statua funebre del Commendatore a parlare. Leporello è tremante, nascosto sotto una panchina, ma Don Giovanni non ne è per nulla intimorito, anzi, ordina beffardo a un Leporello terrorizzato di invitarla a cena (Oh statua gentilissima): la statua accetta rispondendo terribilmente "Sì".

Palazzo del Commendatore, notte. Don Ottavio chiede a Donna Anna se si sia decisa a sposarlo. Questa dice che lo ama moltissimo, ma è troppo addolorata per la perdita del padre, così dichiara che potrà sposarlo solo quando il colpevole dell'atroce delitto (Don Giovanni) sarà arrestato (Non mi dir). Don Ottavio non può fare a meno di darle ragione: lui e i suoi amici vendicheranno il Commendatore. Nessun di loro è a conoscenza dell'invito di Don Giovanni.

Nel palazzo di Don Giovanni, tutto è pronto per la cena: la tavola è preparata, i musicisti sono al loro posto e il pasto sta per essere servito. Don Giovanni si siede a mangiare e si intrattiene ascoltando brani delle opere Una cosa rara di Vicente Martín y Soler, Fra i due litiganti il terzo gode di Giuseppe Sarti e infine, in una spiritosa autocitazione, Le nozze di Figaro, nello specifico l'aria di Figaro Non più andrai farfallone amoroso dello stesso Mozart (Già la mensa è preparata). Giunge all'improvviso Donna Elvira che implora ancora una volta Don Giovanni affinché si penta (Ultima prova dell'amor mio), ma questi si prende gioco di lei e la caccia via. La donna esce di scena e d'improvviso la si sente gridare terrorizzata. Don Giovanni ordina a Leporello di andare a vedere che cosa sia successo, ma ancora una volta si sente un grido di terrore e a tornare è proprio Leporello, pallidissimo e tremante: alla porta c'è la statua del Commendatore. Poiché il suo servo è troppo spaventato, Don Giovanni decide di andare lui stesso ad accogliere la statua, mentre Leporello si nasconde sotto al tavolo. Entra quindi la statua del Commendatore (Don Giovanni a cenar teco), incontrando un Don Giovanni stupito e un Leporello tremante. Quest'ultimo cerca invano di convincere il padrone a scappare, ma egli è deciso a non mostrarsi codardo e ad affrontare apertamente lo spirito del Commendatore. Il "convitato di pietra" vuole ricambiare l'invito e così propone a Don Giovanni di recarsi a cena da lui, porgendogli la mano. Impavido e spericolato, Don Giovanni accetta e stringe la mano della statua: d'improvviso un gelo mortale lo assale, ma egli, pur prigioniero di quella morsa letale, rifiuta ripetutamente di pentirsi dei suoi delitti. Il Commendatore, furioso, scompare in mezzo a nubi di foschia, mentre le fiamme divampano intorno e un terremoto prorompe in scena: sono demoni e diavoli che stanno richiamando il libertino all'inferno. Egli cerca di sfuggire al suo destino, ma viene inghiottito, urlante tra le fiamme.

Giungono a questo punto gli altri personaggi con dei gendarmi, decisi ad arrestare Don Giovanni, ma vengono subito fermati da Leporello, il quale riferisce l'orribile scena appena accaduta. Dato che il Cielo ha punito l'incorreggibile libertino, Don Ottavio chiede a Donna Anna se questa volta sia disposta a sposarlo, ma ella richiede un altro anno di pazienza, affinché il suo cuore si possa sfogare. Mentre Don Ottavio accetta di buon grado, Donna Elvira decide di ritirarsi in convento, poiché l'unico uomo che ha amato, Don Giovanni, è morto. Masetto e Zerlina vanno a cena insieme ai loro amici e Leporello va verso l'osteria, alla ricerca di un padrone migliore. Il sipario si chiude infine su tutti i personaggi, che, dopo aver cantato il concertato finale (Questo è il fin di chi fa mal), si allontanano in direzioni diverse.

Programma e cast

Direttore: Vladimir Jurowski

Produzione: David Hermann

Scenografia: Jo Schramm

Costumi: Sibylle Wallum

Illuminazione: Felice Ross

Coreografia: Jean-Philippe Guilois

Dramaturgia: Olaf Roth

Cori: Christoph Heil

Don Giovanni: Konstantin Krimmel

Il Commendatore: Christof Fischesser

Donna Anna: Vera-Lotte Boecker

Don Ottavio: Giovanni Sala

Donna Elvira: Samantha Hankey

Leporello: Kyle Ketelsen

Zerlina: Avery Amereau

Masetto: Michael Mofidian

 

Orchestra Statale di Baviera

Coro dell'Opera di Stato di Baviera

Nationaltheater

Il Nationaltheater (Teatro Nazionale) è un teatro di Monaco di Baviera, sito nella Max-Joseph-Platz.

 

Il teatro venne commissionato da Massimiliano I e il progetto venne affidato all'architetto Karl von Fischer, che lo ultimò nel 1818. L'edificio venne distrutto da un incendio nel 1823 e venne riedificato nel 1825, su progetto di Leo von Klenze. In quella particolare situazione, per riedificare il teatro fu autorizzata una eccezionale tassa su tutta la birra prodotta a Monaco di Baviera. L'edificio venne costruito in stile neoclassico, ispirandosi all'architettura dei templi greci. Anche l'interno del teatro rispetta i canoni della classicità greca. L'auditorium ha una forma circolare ed è decorato in rosso porpora, avorio, oro e azzurro. È circondato da cinque ordini di palchi, con al centro il palco reale.

 

Il Nationaltheater è molto facile da raggiungere sia in auto che con i mezzi pubblici MVV. 

 

Con i mezzi pubblici MVV 

S-Bahn: S 1-8 Marienplatz 
U-Bahn: U 3, 6 Marienplatz, U 3-6 Odeonsplatz 
Bus: 52, 131 Marienplatz, 100 Odeonsplatz 
Straßenbahn: 19 Nationaltheater 

Il giorno dello spettacolo, titolari di biglietti regolari hanno il diritto di utilizzare il trasporto pubblico fornito dal Münchner Verkehrsverbund (MVV). Il servizio inizia alle 03:00 rispettivamente tre ore prima dello spettacolo inizia e termina con l'ora del MVV chiusura. 

 

In auto 

Prendere la Altstadt-Ring per Maximilianstraße. 

Garage Max-Joseph-Platz: aperto Lunedi alla Domenica dalle 06:00 a 02:00 

È possibile usufruire dello speciale teatro parcheggio di Euro 10, - da 06:00 a 08:00 presentando i biglietti di ammissione.

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