Giovanni Allevi, Piano Solo
Febbraio 2025 | ||||||
---|---|---|---|---|---|---|
Lu | Ma | Me | Gi | Ve | Sa | Do |
Libertà interiore, tormento, gioia sfrenata, impennate ritmiche irregolari, struggenti cantabili, lampi di genio. Questi i mondi attraverso cui si sviluppa la tracklist dell’ultimo album di Giovanni Allevi, a partire da KISS ME AGAIN, scritto durante la pandemia, per passare all’inquieto OUR FUTURE, un brano associato ad una profonda riflessione sul destino del mondo, già presentato in prima assoluta alla Cop26 di Glasgow, la Conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatici, dove l’artista è stato anche nominato European Ambassador dell’organizzazione mondiale Earth Day.
Il M° Allevi passa con la disinvoltura di chi domina la tradizione e la contemporaneità, dalla ritmica del Rock Progressive, a cui dedica PROG ME, alle sacre atmosfere di MY ANGEL, e all’attesissimo e funambolico LUCIFER che contiene una antica melodia gregoriana, già definito dalla critica un capolavoro, fino alle intense ondate sonore di ESTASI, il brano che chiude la raccolta e dà il titolo all’album. Il pubblico, affezionato e partecipe in ogni concerto, viene condotto per mano attraverso una dinamica interiore liberatoria, fino all’esplosione catartica, testimoniata da applausi interminabili e dalla festosa standing ovation che immancabilmente conclude il live.
Programma e cast
Teatro dal Verme
Negli anni '60 del XIX secolo, nella stessa area sorgeva il politeama Ciniselli, una sorta di circo-teatro, dove si esibiva Gaetano Ciniselli, famoso cavallerizzo, alternandosi con compagnie di prosa e allestimenti di melodrammi. L'affluenza del pubblico, di estrazione popolare, aveva reso la zona turbolenta ed erano sorte molte proteste da parte degli abitanti del quartiere residenziale limitrofo. Gli edifici accanto al politeama erano di proprietà del conte Francesco Dal Verme che nel 1864, per sedare le polemiche dei suoi affittuari, comprò il terreno e fece edificare il teatro omonimo. Il progetto del teatro fu affidato dalla famiglia Dal Verme all'architetto Giuseppe Pestagalli, che ideò un teatro che avrebbe avuto tremila posti, la tipica forma a ferro di cavallo dei teatri lirici, e due ordini di palchi sormontati dal grandissimo loggione (che aveva, da solo, 1400 posti). Il teatro fu inaugurato il 14 settembre 1872, dopo un anno e mezzo di lavori, con Gli Ugonotti di Giacomo Meyerbeer. Ferdinando Fontana nel 1881 lo definì il teatro più bello di Milano[senza fonte].
Al teatro debuttarono molti astri nascenti della lirica, tra cui Giacomo Puccini con Le Villi e Ruggero Leoncavallo con Pagliacci.
Sempre in questo teatro vi fu la prima italiana de La vedova allegra di Franz Lehar, il 27 aprile 1907. Trovarono qui la loro sede anche le rappresentazioni del Teatro Futurista di Tommaso Marinetti. I giovani Arturo Toscanini e Pietro Mascagni effettuarono in questo teatro le loro prime esibizioni pubbliche. Il 18 dicembre 1925 vi fu la prima assoluta con successo di Cin Ci La.
Il teatro fu distrutto dai bombardamenti statunitensi nel 1943 e restaurato nel 1946 non più come teatro lirico ma come cinematografo. Nel 1981 il Comune di Milano ne acquisì la proprietà e fu solo alla fine degli anni '90 che fu avviata una ristrutturazione per adibirlo a sala concerti. Venne inaugurato nel 2001. La nuova struttura è costituita da una sala da 1500 posti, una più piccola da 200 posti e un ambiente per mostre e conferenze. Il Teatro Dal Verme è oggi sede della Fondazione Pomeriggi musicali.
Sala Grande
E’ il cuore del Teatro Dal Verme: uno spazio di grande fascino e suggestione, sospeso nell’aria, trattenuto da fili invisibili alle parabole acustiche che lo sorvolano al pari delle balconate sui due lati.
Il palcoscenico è vasto, aperto, slanciato verso la platea a gradinate che lo abbraccia.
Le 1436 poltrone verdi contrastano mirabilmente con il legno massello che riveste il pavimento e tutta l’area del palcoscenico.
Dotata di tutte le più moderne tecnologie, la Sala Grande del Teatro Dal Verme è uno degli spazi più versatili e frequentati di Milano.