Haendel: Il Messia

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Concerto in inglese con sovratitoli in francese

 

Sinossi

Nella teologia cristiana, il Messia è il salvatore dell'umanità. Il termine Messia (Māšîaḥ) è una parola dell'Antico Testamento che significa "l'Unto", che nel Nuovo Testamento greco è "Cristo", un titolo dato a Gesù di Nazareth, conosciuto dai suoi seguaci come "Gesù Cristo". Il "Messia" di Handel è stato descritto dallo studioso di musica antica Richard Luckett come "un commento sulla [nascita, passione, resurrezione e ascensione di Gesù Cristo]", che inizia con le promesse di Dio espresse dai profeti e termina con la glorificazione di Cristo in cielo. A differenza della maggior parte degli oratori di Handel, i cantanti del "Messia" non assumono ruoli drammatici; non c'è una voce narrativa dominante; e si fa un uso molto limitato di discorsi citati. Nel suo libretto, l'intenzione di Jennens non era quella di drammatizzare la vita e gli insegnamenti di Gesù, ma di lodare il "Mistero della Pietà", utilizzando una compilazione di estratti dalla Versione Autorizzata (King James) della Bibbia e dai Salmi inclusi nel Book of Common Prayer del 1662.

La struttura in tre atti dell'opera si avvicina a quella delle opere in tre atti di Handel, con i "parti" suddivisi da Jennens in "scene". Ogni scena è una raccolta di numeri individuali o "movimenti" che assumono la forma di recitativi, arie e cori. Ci sono due numeri strumentali: la Sinfonia di apertura nello stile di un'ouverture francese e la Pastorale Pifa, spesso chiamata "sinfonia pastorale", al centro della Parte I.

Nella Parte I, la venuta del Messia e la nascita verginale sono predette dai profeti dell'Antico Testamento. L'annuncio ai pastori della nascita del Cristo è rappresentato con le parole del Vangelo di Luca. La Parte II tratta la passione di Cristo e la sua morte, la sua resurrezione e ascensione, la prima diffusione del Vangelo nel mondo e una dichiarazione definitiva della gloria di Dio riassunta nell'Hallelujah. La Parte III inizia con la promessa di redenzione, seguita dalla previsione del giorno del giudizio e della "risurrezione generale", concludendo con la vittoria finale su peccato e morte e l'acclamazione di Cristo. Secondo il musicologo Donald Burrows, gran parte del testo è così allusivo da risultare largamente incomprensibile a chi non conosce i racconti biblici. Per il beneficio del suo pubblico, Jennens stampò e pubblicò un opuscolo che spiegava i motivi delle sue scelte di brani scripturali.

Programma e cast

CATEGORIA VIP: Migliori posti in sala con un bicchiere di champagne e programma in omaggio.

CATEGORIA PRESTIGE: Ottimi posti con un bicchiere di champagne e programma in omaggio.

 

Marie Lys: Soprano

Nicolò Balducci: Controtenore

Rémy Burnens: Tenore

Halidou Nombre *Baritono

*Membro dell'Académie de l'Opéra Royal

Chœur de l’Opéra Royal

Orchestre de l’Opéra Royal

Sotto il patrocinio di Aline Foriel-Destezet

Gaétan Jarry: Direttore

Cappella Reale di Versailles

La Cappella Reale fu completata nel 1710 alla fine del regno di Luigi XIV. Jules Hardouin-Mansart propose il progetto al re nel 1669. Il Primo Architetto morì nel 1708 senza vedere la fine dei lavori che furono ripresi dal cognato Robert De Cotte. Il monarca regnante veniva solo per le grandi feste religiose dove riceveva la comunione, per le cerimonie dell'Ordine di Santo Spirito, per i battesimi e i matrimoni dei figli reali celebrati dal 1710 al 1789. Questa eccezionale cappella palatina fu utilizzata anche per una vasta gamma di cerimonie religiose, tra cui il matrimonio dell'arciduchessa Maria Antonietta con il futuro Luigi XVI.

Sopra l'altare, intorno all'organo di Clicquot decorato con un fine rilievo del re David, suonato da grandi maestri come François Couperin, la musica della Cappella, famosa in tutta Europa, cantava mottetti ogni giorno durante tutti i servizi religiosi. Oggi risuonano in questa maestosa architettura il Dixit Dominus o il Messiah di Handel, gli Oratori, il Magnificat, le Cantate o le Passioni di Bach, lo Stabat Mater di Pergolesi o il Te Deum di Charpentier.

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