I Masnadieri

Ordina biglietti
PreviousDecember 2025
Lu
Ma
Me
Gi
Ve
Sa
Do

 

Compositore: Giuseppe Verdi. Libretto di Andrea Maffei, tratto dal dramma di Friedrich Schiller „Die Räuber“.
Consigliato dai 14 anni in su
Melodramma tragico in quattro atti – 1847

In italiano con sovratitoli in tedesco e inglese. Nuova produzione.

 

Un famoso pezzo di Verdi che quasi nessuno conosce. Una trama che scoppia sotto alta pressione fin dall'inizio. Un'opera incandescente di amore e odio, che parla di persone alla ricerca di una valvola per liberare la loro passione, con arie che a stento possono essere controllate per la loro abbondanza emotiva. Una storia tedesca come opera italiana: Verdi scrisse I masnadieri su un libretto basato su I masnadieri di Friedrich Schiller. Karl e Franz diventano Carlo e Francesco; invece di combattere contro le ingiustizie sociali, come nella commedia, nell'opera tutti i personaggi lottano per tenere il passo con una storia familiare carica di perdita precoce e rivalità fraterna, di desideri repressi e bisogni incompresi. Calunnia, ricatto e duelli diventano la base del confronto. Il conflitto politico di I masnadieri viene intensificato a livello personale nell'opera di Verdi. Non è l'epoca a sembrare decrepita, ma le persone. Come opera commissionata dal Her Majesty’s Theatre di Londra, I masnadieri è stata la prima opera che Verdi scrisse per un teatro fuori dall’Italia, un’opera durante il periodo di transizione alla fine dei suoi “anni di galera”. Nel suo Macbeth, creato quasi in parallelo, le crepe sono già evidenti; in I masnadieri le faglie sotterranee sono sul punto di esplodere – una tensione espressa in ogni battito della musica, nei soli così come nei famosi cori dei masnadieri. Johannes Erath, che aveva già messo in scena Un ballo in maschera a Monaco con un’interpretazione che esplora profondamente i personaggi, mette in scena quest’opera come un dramma da camera di dimensioni straripanti.

 

Trama

L'opera è ambientata in Germania tra il 1755 e il 1757.

 

Atto I

Carlo ha abbandonato la casa paterna ma desidera ritornarvi (O mio castel paterno) quando viene a sapere tramite una lettera firmata dal padre che egli lo ha bandito da casa e ha intenzione di imprigionarlo. Allora decide di mettersi a capo di una banda di masnadieri (Nell'argilla maledetta).
In realtà la lettera è stata scritta dall'invidioso e perfido fratello, Francesco, che intende impossessarsi dei territori del padre Massimiliano, il reggente di Moor. Francesco chiama il servo Arminio e gli ordina di vestirsi da soldato e di andare dal padre recandogli la falsa notizia che Carlo è morto (Tremate o miseri).
Intanto Massimiliano dorme placidamente, e Amalia, un'orfana adottata da lui ed innamorata di Carlo, lo contempla e ricorda l'amato (Lo sguardo avea degli angeli). Il vecchio si sveglia ed esprime ad Amalia la sua preoccupazione per la lontananza di Carlo; entra Francesco che annuncia l'arrivo di Arminio travestito, il quale riferisce la falsa notizia. Massimiliano non regge al dolore e sviene; Amalia, credutolo morto, fugge, e Francesco già gioisce all'idea di possedere i territori del padre (Morto? Signor son io!).

 

Atto II

Massimiliano è creduto morto, e viene organizzato un banchetto in onore di Francesco. Amalia si sottrae alla festa, e ricorda l'amato Carlo che crede morto (Tu che del mio Carlo); in quel momento entra Arminio, che, pentito, le svela la verità, e Amalia gioisce nel sapere che Carlo e Massimiliano sono ancora vivi (Carlo vive!). Entra Francesco, che cerca di convincere la fanciulla a dimenticare l'amato morto, ma lei lo disprezza.
Nel frattempo Carlo, diventato capo dei masnadieri, si rende colpevole dei più atroci delitti, pur rimpiangendo la sua vita precedente e l'amata Amalia.

 

Atto III

Amalia è riuscita a fuggire dal castello di Francesco, ma è terrorizzata dalle voci dei masnadieri che sente nella foresta. Incontra Carlo, e i due si riabbracciano dopo tanto tempo. Amalia lo informa che Francesco è diventato signore dopo la morte di Massimiliano, e che ha tentato di usare violenza su di lei; Carlo giura di vendicarla, ma prima si rinnovano le promesse d'amore (Lassù, lassù risplendere).
I masnadieri intanto hanno scelto come base le rovine diroccate di una torre. Carlo veglia, insonne, e scorge un'ombra avvicinarsi a un pozzo con una grata, da cui esce una voce. È Arminio che porta da mangiare a un prigioniero, ma fugge spaventato appena vede Carlo. Carlo toglie la grata e scopre che l'uomo nel pozzo è il vecchio padre, il quale gli racconta di essere stato gettato lì a morire di fame dal figlio Francesco (Un ignoto, tre lune or saranno) e sviene. Carlo giura vendetta, e sveglia i masnadieri: insieme attaccheranno il castello di Francesco.

 

Atto IV

Francesco, intanto, è colto dai rimorsi e dagli incubi: racconta ad Arminio un incubo in cui gli sembrava di essere Caino maledetto da Dio (Pareami che sorto da un lauto convito). Arminio esce e arriva il pastore Moser, che gli comunica che Dio lo sta punendo per i suoi crimini; Arminio rientra e li avverte che i masnadieri stanno invadendo il castello, e Francesco, pur sapendo che presto morirà, lancia l'ultima bestemmia contro Dio.
Nel covo dei masnadieri, Massimiliano continua a invocare invano Francesco, e a chiedere il perdono di Carlo. Non sa ancora che il capo dei masnadieri è suo figlio; Carlo lo rassicura dicendo che il figlio lo perdonerà. In quel momento entrano i masnadieri, di ritorno dal castello, conducendo Amalia come prigioniera. Carlo, allora non può più tenere nascosta la verità al padre e all'amata: è lui il capo di quella masnada di ladri e assassini (Caduto è il reprobo!). Amalia giura di amarlo anche se è un criminale, ma Carlo, piuttosto che trascinarla nella polvere, la uccide e si appresta a consegnarsi alla giustizia.

Programma e cast

Direttore: Antonino Fogliani
Regia: Johannes Erath
Scenografia: Kaspar Glarner
Luci: Olaf Freese
Video: Lea Heutelbeck
Cori: Christoph Heil
Drammaturgia: Malte Krasting

Massimiliano: Erwin Schrott
Carlo: Charles Castronovo
Francesco: George Petean
Amalia: Lisette Oropesa
Arminio: Kevin Conners
Moser: Roman Chabaranok
Rolla: Tansel Akzeybek

 

Bayerisches Staatsorchester
Coro della Bayerische Staatsoper

Nationaltheater

Il Nationaltheater (Teatro Nazionale) è un teatro di Monaco di Baviera, sito nella Max-Joseph-Platz.

 

Il teatro venne commissionato da Massimiliano I e il progetto venne affidato all'architetto Karl von Fischer, che lo ultimò nel 1818. L'edificio venne distrutto da un incendio nel 1823 e venne riedificato nel 1825, su progetto di Leo von Klenze. In quella particolare situazione, per riedificare il teatro fu autorizzata una eccezionale tassa su tutta la birra prodotta a Monaco di Baviera. L'edificio venne costruito in stile neoclassico, ispirandosi all'architettura dei templi greci. Anche l'interno del teatro rispetta i canoni della classicità greca. L'auditorium ha una forma circolare ed è decorato in rosso porpora, avorio, oro e azzurro. È circondato da cinque ordini di palchi, con al centro il palco reale.

 

Il Nationaltheater è molto facile da raggiungere sia in auto che con i mezzi pubblici MVV. 

 

Con i mezzi pubblici MVV 

S-Bahn: S 1-8 Marienplatz 
U-Bahn: U 3, 6 Marienplatz, U 3-6 Odeonsplatz 
Bus: 52, 131 Marienplatz, 100 Odeonsplatz 
Straßenbahn: 19 Nationaltheater 

Il giorno dello spettacolo, titolari di biglietti regolari hanno il diritto di utilizzare il trasporto pubblico fornito dal Münchner Verkehrsverbund (MVV). Il servizio inizia alle 03:00 rispettivamente tre ore prima dello spettacolo inizia e termina con l'ora del MVV chiusura. 

 

In auto 

Prendere la Altstadt-Ring per Maximilianstraße. 

Garage Max-Joseph-Platz: aperto Lunedi alla Domenica dalle 06:00 a 02:00 

È possibile usufruire dello speciale teatro parcheggio di Euro 10, - da 06:00 a 08:00 presentando i biglietti di ammissione.

Eventi correlati