Il campiello

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IL CAMPIELLO

Commedia lirica in tre atti
Libretto di Mario Ghisalberti dalla commedia omonima di Carlo Goldoni
Musica di Ermanno Wolf-Ferrari
Prima rappresentazione Milano, Teatro alla Scala, 11 febbraio 1936

 

 

Trama

Siamo a metà del diciottesimo secolo. In tutta l'opera l'ambientazione rimane la stessa: una piccola piazza (campiello). In un angolo c'è una locanda, dov'è alloggiato Astolfi, un amabile gentiluomo napoletano, spendaccione e donnaiolo. Nelle case intorno alla locanda vivono alcune donne nubili, tutte alla ricerca di uomini o mariti. Gasparina è una giovane donna comicamente pretenziosa, che vive con lo zio Fabrizio, amante dei libri e anch'egli napoletano. Lucieta è una giovane bellezza innamorata del merciaio Anzoleto, che vive con sua madre Dona Cate. Rivale di Lucieta è un'altra attraente ragazza, Gnese, che vive con la madre Dona Pasqua. Entrambe le madri hanno ruoli comici e sono interpretate da uomini. Gnese è innamorata di Zorzeto, un ragazzo che vive nella stessa piazza con la madre Orsola.

 

Atto I

Gasparina appare per prima, seguita da Astolfi: si salutano a vicenda con reciproco interesse. Quindi entra Lucieta, impaziente perché Anzoleto è in ritardo. Astolfi amoreggia con lei. Quando appare Anzoleto intento a vendere la sua merce, lo straniero si offre di acquistare un regalo per Lucieta e Anzoleto si ingelosisce. Giunge anche Gnese, volendo comprare aghi e filo, e chiama Anzoleto. Lucieta a sua volta si arrabbia. Astolfi si offre di comprare qualcosa anche per Gnese. Egli è felice di trovare così tante belle donne in un unico luogo! Mentre Anzoleto è con Gnese, Astolfi rinnova il suo interesse per Lucieta e incontra sua madre Dona Cate. Egli offre a Lucieta un anello che la madre abilmente intercetta, mentre Gnese rifiuta l'offerta dello stesso Astolfi di pagare per i suoi acquisti.

Dona Pasqua e Orsola parlano del futuro matrimonio dei loro figli, Gnese e Zorzeto. Arrivano Lucieta e Gnese, ancora litigando, seguite da Zorzeto. Anzoleto sfida Astolfi, che nega di avere delle mire su Lucieta. Anzoleto decide che deve sposare Lucieta il più presto possibile - per la gioia della ragazza! Gasparina appare di nuovo e questa volta Astolfi ha una lunga conversazione con lei, cercando di scoprire, nonostante il suo dialetto, se lei è disponibile. Lei lo incoraggia.

 

Atto II

Lucieta, Gnese, Zorzeto e i rispettivi genitori stanno facendo una chiassosa festa in piazza, con fastidio di Fabrizio. Anzoleto arriva e presenta il suo anello a Lucieta. Astolfi si propone come testimone per il matrimonio - e di pagare la cena alla locanda! Egli invita Gasparina e Fabrizio ad unirsi a loro, ma Fabrizio rifiuta. Segue un balletto: cameriere, mendicanti e una processione. Gasparina dice ad Astolfi del detestabile comportamento di suo zio. Proprio in quel momento entra Fabrizio e affronta Astolfi. Anch'egli è napoletano e sa che Astolfi è in bancarotta. Astolfi, a sua volta, riconosce Fabrizio come un famoso vincitore della lotteria. Fabrizio gli dice che vuole sposare Gasparina - e ci sarà una grande dote!

La festa giunge di nuovo sulla piazza, ma il buon umore si trasforma in litigi prima che si faccia rientro alla locanda. Fabrizio è determinato una volta per tutte a lasciare la rumorosa piazza e trovare un altro posto dove vivere. Astolfi concentra la sua attenzione su Gasparina, stringendo in pugno il conto della cena e chiedendosi come farà a pagare. La festa irrompe ancora una volta sulla piazza con canti e danze.

 

Atto III

Il trasloco di Fabrizio è in corso. Astolfi gli chiede la mano di Gasparina. Fabrizio acconsente a parlare della proposta e i due se ne vanno a discutere i dettagli. Le giovani donne entrano. Lucieta si sposerà la sera stessa, Gnese nel giro di due anni. Orsola e Lucieta escono chiacchierando. Anzoleto giunge in cerca di Lucieta, è furioso che lei sia andata a casa di Orsola e quando lei rientra la schiaffeggia. Dona Cate pensa che potrà trovare un genero migliore e Anzoleto cerca di riprendersi il suo anello, ma Lucieta si rifiuta di ridarglielo. Sa che l'ha colpita perché la ama. Anzoleto incolpa Zorzeto. È tutta colpa sua. Se ne vanno, ma Gnese racconta l'incidente a Zorzeto, con grande disappunto di Orsola. Zorzeto prende a lanciare pietre verso la casa di Dona Cate, colpendo la vecchia signora, e scoppia un pandemonio generale con Anzoleto e Zorzeto che minacciano di uccidersi a vicenda, e Dona Cate e Dona Pasqua che si insultano reciprocamente.

Riappare Astolfi e ordina a tutti di mantenere la calma. Sono invitati a cenare con lui. Astolfi e Gasparina si sposeranno la sera stessa - e al mattino saranno partiti! Gasparina canta al personaggio principale, la città di Venezia, l'ultimo saluto (Bondi, Venezia cara), che giunge in crescendo al coro finale.

Programma e cast

Direttore: Francesco Ommassini
Regia: Federico Bertolani
Scene: Giulio Magnetto
Costumi: Manuel Pedretti
Luci: Claudio Schmid

 

Personaggi e interpreti principali:
Gasparina: Bianca Tognocchi
Dona Cate Panciana: Leonardo Cortellazzi
Lucieta: Gilda Fiume
Dona Pasqua Polegana: Saverio Fiore
Gnese: Benedetta Torre
Orsola: Paola Gardina
Zorzeto: Matteo Mezzaro
Anzoleto: Gabriele Sagona
Il Cavaliere Astolfi: Biagio Pizzuti
Fabrizio Dei Ritorti: Guido Loconsolo

 

Orchestra, Coro e Tecnici dellaFondazione Teatro Carlo Felice di Genova
Maestro del Coro Claudio Marino Moretti

 

Il programma potrebbe subire variazioni, si consiglia di fare sempre riferimento alle comunicazioni ufficiali diffuse dall'Organizzatore

Teatro Carlo Felice

  Costruito sull'area dell'antico Carlo Felice, il nuovo teatro, costruito da Aldo Rossi, recupera un'idea già presente nei progetti di Paolo Chessa e di Carlo Scarpa: la creazione di una piazza coperta di 400 mq di superficie, dove il teatro fosse il collegamento ideale tra Galleria Mazzini e piazza De Ferrari. 
Distanti invece da un punto di vista architettonico sono la stessa Galleria Mazzini e il teatro.
La piazza è un foyer all'aperto; le pareti sono rivestite con lastre di pietra e sono arricchite da colonne e travature in metallo.


Sono due le esigenze che gli architetti hanno voluto tenere presenti nella realizzazione del nuovo teatro Carlo Felice: anzitutto la necessità di ricostruirlo esattamente dov'era e in secondo luogo il voler dotare la nuova struttura della più avanzata tecnologia. Da quest'ultima necessità nasce l'imponente torre scenica alta circa 63 metri.
In pratica del vecchio teatro opera del Barabino rimangono le colonne, il pronao, l'iscrizione latina e il terrazzo che si affaccia su via XXV Aprile al quale si accede da uno dei foyer; la struttura odierna è molto compatta e geometrica, la torre scenica è un parallelepipedo sviluppato in altezza molto lineare, adornato soltanto da un cornicione. La platea, i foyer e i servizi per il pubblico sono contenuti in un parallelepipedo più piccolo, sul quale hanno rilievo il pronao e il portico.
Quanto alla costruzione del nuovo teatro sono stati usati per gli esterni la pietra, l'intonaco e il ferro, per gli interni il marmo e il legno. Si tratta di materiale duraturo che suggerisce un'immagine di eternità, di sicurezza e sopravvivenza dell'edificio nel tempo.


Dalla piazza coperta, scendendo una scalinata, si entra in una sala capace di circa 200 posti. Fornita di un piccolo palcoscenico e indipendente dal resto del teatro, la sala ospita convegni, conferenze e incontri musicali.



L'interno
Dall'ingresso del teatro un'ampia scala porta ai guardaroba e, salendo ancora, al primo foyer che ha una superficie di 660 mq ed è arricchito da affreschi e arazzi. 


Il lanternino
Un elemento caratteristico del nuovo Carlo Felice è la lanterna visibile nel foyer sovrastante l'ingresso; si tratta di una sorta un cono luminoso che percorre l'edificio in tutta la sua altezza e ne attraversa tutti i piani, portando la luce dal tetto alla piazza coperta.


  La torre
   Assolutamente unico è lo scenario nel quale operano le unità tecniche; proprio nella torre scenica, che ospita la macchina per muovere gli spettacoli, si fondono in un delicato equilibrio lavoro umano e ingranaggi sofisticati. Il teatro infatti è dotato di quattro palcoscenici, un palco principale, un palco dorsale alle spalle del primo e due palchi inferiori allineati tra loro e gestiti da impianti elettronici integrati e computerizzati.
Questi impianti di movimentazione scenica, le luci computerizzate, le sofisticate cabine di regia per le riprese e un'acustica fra le migliori in Italia sono tra le caratteristiche che rendono il Carlo Felice una fabbrica di emozioni tra le più importanti in Italia.
 

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