Il re pastore
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Il re pastore
Musica - Wolfgang Amadeus Mozart
Melodramma in due atti, K 208
Libretto di Pietro Metastasio
Trama
L'azione si svolge a Sadia (l'odierna Sidone), nell'antica Fenicia. Alessandro Magno conquista la città e spodesta il tiranno Stratone, che aveva usurpato il trono scacciando il legittimo erede al trono Abdolomino il quale era cresciuto sotto il nome di Aminta, pastore ignaro delle sue origini illustri. Scopo di Alessandro è quello di reinsediare Aminta/Abdolomino sul trono, sebbene il suo nobile intento vada a rovinare i progetti di vita del pastore, innamorato della nobile Elisa che però cerca di avallare la sua ascesa al trono perché così potrebbe unirsi a uno sposo di lei. A complicare la vicenda contribuisce la coppia formata da Tamiri, figlia di Stratone che vuole vendicarsi perché il padre si è suicidato prima che l'invasore lo graziasse, e da Agenore, consigliere di Alessandro che cerca di perorare la causa dell'amata ma equivocando le parole del suo padrone la rende promessa sposa ad Aminta contro la sua volontà.
Fortunatamente tutti i nodi vengono al pettine, e Alessandro riforma le coppie originarie, permettendo ad Aminta di regnare con Elisa sul trono di Sidone, mentre promette un regno ad Agenore e Tamiri per ricompensarla del regno paterno perduto. L'opera si conclude con un coro che inneggia alle virtù di Alessandro.
Programma e cast
Direttore: Manlio Benzi
Regia: Cecilia Ligorio
Scene: Gregorio Zurla
Costumi: Vera Pierantoni Giua
Luci: Fabio Berettin
Alessandro, Re di Macedonia: Juan Francisco Gatell
Aminta: Miriam Albano
Elisa: Francesca Pia Vitale
Tamiri: Benedetta Torre
Agenore: Krystian Adam
Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma
Nuovo allestimento Teatro dell’Opera di Roma
Teatro Nazionale
L’attuale Teatro Nazionale, situato su Via del Viminale angolo Via Agostino Depretis, nacque come sala cinematografica, con il nome di Supercinema e venne edificato nel 1925. Il proprietario, commendatore Urbano Rattazzi, ne affidò la progettazione agli architetti Arnaldo Foschini ed Attilio Spaccarelli, coadiuvati dall’Ing. Giacomo Giobbe. Il locale inserito in un edificio preesistente, nacque dotato di una sala che misurava 36 metri di lunghezza e 30 metri di larghezza; la capienza originaria era di 2500 posti ripartiti tra platea e gallerie. I decori interni erano in stile liberty italiano, impreziositi da stucchi dorati, pitture, pietre e stoffe. Anche se la sua funzione primaria, era appunto, quella di sala cinematografica, la presenza di una buca per l’orchestra sta ad indicare che vi avessero luogo, in alternanza, anche altri generi di spettacolo, come ad esempio il varietà e l’avanspettacolo.
Dal dopoguerra in poi la destinazione d’uso divenne unica, a favore del cinema per il quale del resto era nato.
Alla fine degli anni ’90 il Supercinema venne acquisito dal Comune di Roma e consegnato come ulteriore spazio alla Fondazione Teatro dell’Opera di Roma. Nel 2006 è stata portata a termine l’ultima delle numerose ristrutturazioni, che ha conferito l’attuale aspetto alla sala, ora in grado di contenere circa 700 spettatori.