Romeo e Giulietta
Maggio 2026 | ||||||
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STAGIONE LIRICA E DI BALLETTO 2025-26
ROMÉO ET JULIETTE
Musica di Charles Gounod
Libretto di Jules Barbier e Michel Carré, tratto da Romeo e Giulietta di William Shakespeare
Trama
Prologo
Come nell'opera teatrale di Shakespeare, il coro entra in scena ed espone la materia dell'opera: l'infelice amore dei due amanti veronesi, ostacolato dagli odi delle loro famiglie.
Atto 1
Nel palazzo dei Capuleti ferve la festa indetta dal padre di Giulietta per celebrare il contratto matrimoniale stipulato con il conte Paride. Alla festa sono presenti anche alcuni Montecchi, tra cui il giovane Romeo, stuzzicato dall'amico Mercuzio che lo prende in giro per la sua infelice storia d'amore con l'ingrata Rosalina. Ma, durante la festa, Romeo vede e viene conquistato da Giulietta, e, timidamente, le dichiara il suo amore, che lei ricambia, pur non sapendo il nome del suo misterioso corteggiatore. Ma la presenza di Romeo e dei Montecchi manda su tutte le furie il rissoso Tebaldo, cugino di Giulietta, che rivela il suo nome alla cugina, che rimane turbata. Il vecchio Capuleti interviene e riesce a sedare la rissa che stava per scoppiare, e invita tutti quanti a riprendere il ballo.
Atto 2
Mentre Mercuzio e i Montecchi cercano Romeo, il giovane si arrampica fino al giardino di Giulietta, e riesce a vederla affacciata al balcone, mentre riflette sul suo amore. Il giovane si rivela, ma deve nascondersi per sfuggire alla ronda dei servitori di Capuleti, che vengono scacciati da Gertrude, nutrice di Giulietta. Uscita la ronda, Romeo richiama Giulietta e le dichiara ancora il suo amore, e i due giovani si promettono di incontrarsi il giorno dopo.
Atto 3
Romeo fa visita a frate Lorenzo, il suo padre confessore, e gli racconta del suo amore per Giulietta. Il frate acconsente a sposarli, sperando che la loro unione possa porre rimedio alla faida delle due famiglie, e benedice il loro matrimonio, assieme alla fida Gertrude.
Intanto, Stefano, un paggio di Romeo, mentre cercava il suo padrone, attacca briga con alcuni servitori di casa Capuleti, causando una rissa che degenera in un vero e proprio duello: Romeo cerca di sedarlo, ma Tebaldo, ferito nell'onore, vuole avere vendetta. Mercuzio lo dileggia e lo sfida a duello, ma, a causa dell'intervento di Romeo, viene ferito mortalmente e spira. Romeo, infuriato, impugna la spada e uccide a sua volta Tebaldo. Il rumore attira i cittadini di Verona, e con essi il Duca: dopo aver udito le diverse testimonianze, bandisce Romeo dalla città. L'atto si conclude con il dolore universale, e Romeo medita di vedere per l'ultima volta Giulietta.
Atto 4
I due amanti passano la loro prima e ultima notte d'amore: Giulietta perdona a Romeo l'uccisione di Tebaldo, e i due si separano all'alba (Romeo partirà per Mantova). Capuleti entra con Gertrude e frate Lorenzo, e comunica a Giulietta che il matrimonio con Paride si svolgerà il domani stesso. Giulietta è sconvolta, e, rimasta sola con frate Lorenzo, chiede aiuto: il padre spirituale la consola, e le consegna una boccetta contenente un filtro che, una volta bevuto, maschera la morte. Creduta morta, verrà messa nella cripta dei Capuleti, dove verrà vegliata dal frate, che nel frattempo avrà inviato Stefano a Mantova per avvisare Romeo. Giulietta, prima titubante e tormentata dal fantasma di Tebaldo, beve per amore di Romeo.
Di fronte alla chiesa, un corteo nuziale festeggia l'unione di Paride e Giulietta, mentre la giovane, Gertrude e frate Lorenzo, esprimono i loro timori. Il padre esorta Giulietta ad entrare in chiesa, ma la ragazza avverte i sintomi del filtro: cade a terra e viene creduta morta, con grande dolore di tutti.
Atto 5
Stefano, ferito durante la rissa, non è giunto a Mantova, e Romeo non è al corrente del piano messo in atto da Frate Lorenzo e Giulietta: Frate Giovanni riferisce questa notizia a uno sconvolto Frate Lorenzo, che si reca alle porte della città sperando di riuscire a bloccare lì il ragazzo. Ma il giovane, appena i preti si allontanano, giunge alla tomba dei Capuleti, e, desiderando di stare sempre accanto a Giulietta, beve un veleno. Ma, pochissimo tempo dopo, Romeo vede con meraviglia Giulietta che si risveglia. I due amanti sono finalmente riuniti, ma la loro gioia non è duratura: Romeo mostra la fiala del veleno, e inizia a delirare nell'agonia. Giulietta allora si colpisce con un pugnale che aveva nascosto nelle vesti da sposa, per morire assieme all'amato. I due sventurati amanti implorano il perdono divino, e muoiono, abbracciati e per sempre insieme.
Programma e cast
Maestro Concertatore e Direttore: LEONARDO SINI
Regia: PAOLO VALERIO
Maestro del Coro: PAOLO LONGO
Nuovo allestimento della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste in coproduzione con il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia – Il Rossetti
Juliette - NINA MINASYAN
Roméo - GALEANO SALAS
Mercutio - CHRISTIAN FEDERICI
Tybald - PIERLUIGI D’ALOIA
Frère Laurent - LUCA DALL’AMICO
Orchestra, Coro e Tecnici della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste
Teatro Verdi Trieste
Il Teatro Lirico Giuseppe Verdi è un teatro d'opera situato a Trieste, in Italia, che prende il nome dal compositore Giuseppe Verdi. Costruito privatamente, fu inaugurato come Teatro Nuovo per sostituire il più piccolo "Cesareo Regio Teatro di San Pietro" da 800 posti il 21 aprile 1801 con una rappresentazione della Ginevra di Scozia di Johann Simon Mayr. Inizialmente, il Nuovo aveva 1.400 posti. Nel 1821, divenne noto come Teatro Grande.
Verso la fine del XVIII secolo, divenne evidente la necessità di un nuovo teatro a Trieste. Il suo teatro principale, il Teatro di San Pietro, era diventato sempre più inadeguato e chiuse definitivamente i battenti nel 1800. Una proposta alla Cancelleria austriaca da parte di Giovanni Matteo Tommasini per costruire un teatro privato esisteva dal 1795 e, nel giugno 1798, fu redatto un contratto in base al quale il finanziamento annuale sarebbe arrivato dal comune e Tommasini avrebbe detenuto i diritti su diversi palchi e il diritto di venderne altri. Fu incaricato Gian Antonio Selva, l'architetto della Fenice di Venezia, che progettò un auditorium classico a forma di ferro di cavallo. Tuttavia, i suoi progetti esterni furono considerati troppo semplici per gli austriaci che quindi ingaggiarono un altro architetto, Matteo Pertsch, per risolvere il problema, che fu risolto incorporando elementi del teatro dell'opera La Scala di Milano. Il "Nuovo" divenne un mix tra La Fenice all'interno e La Scala all'esterno.
Storia
Nel corso della sua vita il teatro cambiò nome in diversi modi, il primo nel 1821 quando divenne il Teatro Grande[1] e fu con questo nome che il teatro fu sede di due prime di opere verdiane: Il corsaro nel 1848 (con il soprano Giuseppina Strepponi, che Verdi sposò nel 1859, nel ruolo principale) e Stiffelio, una produzione che Verdi supervisionò - non senza polemiche - nel 1850.[2] Tuttavia, prima di queste prime, le opere di Verdi avevano iniziato a dominare il palcoscenico del Teatro Grande, seguite, con il passare del secolo, da tutte le principali opere del repertorio operistico, comprese quelle di Puccini e Wagner.
Un ulteriore cambio di nome seguì nel 1861 a causa del passaggio dalla proprietà privata a quella pubblica. Divenne così il Teatro Comunale e come tale continuò a esistere per tutti gli ultimi anni del XIX secolo. Nel 1881, la capienza era stata aumentata a 2.000 posti a sedere tramite l'uso di posti in piedi esistenti; ma, entro quel dicembre, il teatro fu dichiarato non sicuro e fu chiuso per lavori di ristrutturazione, durante i quali l'elettricità sostituì l'illuminazione a gas per la riapertura nel 1889 con 1.000 posti a sedere.
A poche ore dalla sua morte nel gennaio 1901,[3] il teatro fu nuovamente rinominato, questa volta per onorare la memoria di Giuseppe Verdi. Fu ampiamente restaurato tra il 1992 e il 1997 e riaperto con circa 1.300 posti a sedere[4] e con un concerto Viva Verdi[3] che includeva estratti da molte delle opere del compositore. (Come il restauro della Scala tra il 2001 e il 2004, a Trieste è stata rapidamente creata una sede alternativa temporanea e la Sala Tripcovich continua a offrire spazio per opere da camera e operette.)
Una caratteristica importante della programmazione del Teatro Verdi negli ultimi 40 anni, che deriva dall'occupazione austriaca originaria della città nel XIX secolo e dal fatto che Trieste non divenne parte dell'Italia fino al 1918, è il "Festival Internazionale dell'Operetta" che si svolge ogni estate.
Prime Il teatro ha visto le prime assolute delle seguenti opere: Ginevra di Scozia di Simon Mayr, 21 aprile 1801 Annibale in Capua di Antonio Salieri, 20 maggio 1801 Ricciarda di Edimburgo di Cesare Pugni, 29 settembre 1832. Enrico II di Otto Nicolai, 26 novembre 1839 Il corsaro di Giuseppe Verdi, 25 ottobre 18 48 Stiffelio di Giuseppe Verdi, 16 novembre 1850 Nozze istriane di Antonio Smareglia, 28 marzo 1895

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