Tommasini, Casella e Respighi

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Ottobre 2024
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Milano, Villa Necchi Campiglio. L’architetto Piero Portaluppi riceve una commissione che rappresenta il sogno di ogni architetto: un budget “in bianco”, dunque potenzialmente illimitato, per progettare la villa che oggi sorge in via Invernizzi. I Necchi Campiglio sono esponenti di spicco della borghesia industriale milanese, e vogliono che Portaluppi progetti la cosa più bella che possa progettare e che, in fondo, si diverta nel farlo. Passeggiando per Villa Necchi Campiglio ci si imbatte in un ritratto di Alfredo Casella ad opera di Giorgio De Chirico. E un po’ ci si potrebbe aspettare. C’è una convergenza stilistica impressionante tra le linee architettoniche di Piero Portaluppi e la musica di Casella, la profonda coscienza della materia e della storia della propria disciplina, una proiezione in avanti combinata con un occhio verso la tradizione. Siamo in un momento storico in cui il futurismo c’è ma non ha ancora debordato. In nuce quelle istanze esistono, ma non si sono ancora deformate, il passato è ancora prezioso, non va distrutto, ma bisogna imparare da lui. E’ una convergenza miracolosa che si avverte in particolare nella Scarlattiana, il celebre Divertimento su musiche di Domenico Scarlatti per pianoforte e piccola orchestra. Sempre Domenico Scarlatti ispira la Suite dal balletto Le donne di buon umore, arrangiamento su musiche di un suo lavoro da parte di Vincenzo Tommasini, abbinato a La boutique fantasque di Ottorino Respighi.

Programma e cast

Vincenzo Tommasini:

Le donne di buon umore, Suite dal balletto su musiche di Domenico Scarlatti

Alfredo Casella:

Scarlattiana Divertimento su musiche di Domenico Scarlatti per pianoforte e piccola orchestra op. 44

Ottorino Respighi:

La boutique fantasque, Suite

Orchestra Sinfonica di Milano

Martina Consonni: Pianoforte
Andrea Oddone: Direttore

Auditorium di Milano Fondazione Cariplo

L'Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, che  costituisce la "casa della musica" dell'Orchestra Sinfonica e Coro di Milano Giuseppe Verdi è stato inaugurato nell'ottobre del 1999 e in pochi anni, si è imposto come uno dei principali poli culturali della città.
 
L'Auditorium di Milano nasce dalla ristrutturazione della sala del Cinema Teatro Massimo, progettato da Alessandro Rimini nel 1939 e rimasto inattivo per molti anni. I lavori, resi possibili dall'intervento dell'imprenditore Agostino Liuni, sono stati realizzati su progetto dello Studio Marzorati.
 
La sala è stata pensata come uno spazio multifunzionale utilizzabile per diverse attività: concerti di musica sinfonica, corale e da camera, jazz e musica leggera; registrazioni con tecniche digitali di sonorizzazione, diffusione degli spettacoli attraverso TV satellitare e proiezioni di film su grande schermo.
 
L'Auditorium, dopo l'intervento, ha agibilità di circa 1400 posti.
Le poltroncine sono distribuite nella platea sagomata "a cucchiaio" e nella galleria a gradinate che sovrasta e avvolge la sala con la sua balaustra curvilinea.
Il soffitto è contraddistinto da travature reticolari a vista in cemento armato, originali dell'epoca, che si dispongono a raggiera verso il boccascena con una configurazione suggestiva che il progetto di recupero ha valorizzato ed esaltato.
Il boccascena a conchiglia acustica ha una larghezza di 20 metri.
 
L'eccellente acustica della sala è stata ottenuta tra l'altro ricoprendo il fondo del soffitto e le pareti con pannelli in legno di pero diversamente curvati, distanziati fra loro, con consistente massa lignea, atti a garantire le differenti esigenze di riflessione sonora fornendo adeguati tempi di riverberazione.
L'esigenza acustica impone, oltre che all'interno, attenzione anche verso l'esterno con le porte a doppio battente sovrapposto, con strati fonoisolanti in tutte le murature e con coibentazioni acustiche negli impianti meccanici.
 
A copertura del palcoscenico sono state realizzate pannellature aeree, sempre in legno, a formare vele distanziate fra loro, non solo per esigenze acustiche, ma anche per il contenimento di schermi cinematografici. Sono state installate attrezzature di ripresa televisiva di tipo digitale, remotata o in remoto, che proiettano su due schermi posti ai lati del boccascena e su uno schermo centrale.
 
Il 28 novembre 2001 il Sindaco di Milano Gabriele Albertini ha ribattezzato Largo Gustav Mahler lo spazio antistante l'Auditorium, a riconoscimento della realtà musicale e culturale sviluppata a Milano dall'Orchestra Verdi.
 
Nel 2014 Atm ha ribattezzato Largo Mahler-Auditorium le fermate di tram e bus nei pressi dell'Auditorium.

L'Auditorium è facilmente raggiungibile con i seguenti mezzi:
 

TRAM

3 fermata Largo Mahler-Auditorium
9 fermata P. le XXIV Maggio
15 fermata Castelbarco/Giambologna
 

BUS

59 / 71 fermata Largo Mahler-Auditorium
 

FILOVIA

90 e 91 fermata Tibaldi/Meda
 

METROPOLITANA

Linea 1 fermata Duomo + tram 3
Linea 2 fermata P. ta Genova + bus 59
Linea 2 fermata Romolo + filovia 90 e 91
Linea 2 fermata Famagosta + bus 59
Linea 3 fermata Duomo + tram 3
 

TAXI

deposito Via Torricelli

PARCHEGGI

Romolo (in corrispondenza della Metropolitana Linea 2) aperto da lunedì a sabato dalle ore 7.00 alle ore 20.00
Famagosta (in corrispondenza della Metropolitana Linea 2) aperto tutti i giorni dalle ore 7.00 alle ore 1.00

CONVENZIONE PARCHEGGIO 

Via Gentilino angolo C.so San Gottardo (sopra OVS/Simply-Sma) 
laVerdi offre ai suoi abbonati la possibilità di usufruire del parcheggio di via Gentilino, il giorno del concerto, a prezzi agevolati, acquistando:
 
Carnet da 5 parcheggi a 33 euro anzichè 50 euro.
Carnet da 10 parcheggi a 66 euro anzichè 100 euro.

 

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